La cappella del Crocifisso si trova sul lato destro del Duomo di San Mauro ed è incorporata allo stesso tramite un corridoio, diventando così un’unica entità col Duomo stesso. In essa è custodito un gigantesco crocifisso in legno di noce, opera di Domenico Paneghetti, detto Ciossego o anche Sčiossego, nato il 12 marzo 1794 a Boscochiaro, una borgata di Cavarzere, in una famiglia con solidi principi religiosi e cristiani. Faceva un lavoro molto umile: il “cannarolo”, il tagliatore di canne palustri; la sua ragione di vita era la devozione a Gesù crocifisso e per questa devozione più volte si era recato a Chioggia, percorrendo a piedi 20 km., nella chiesa di San Domenico, dove è custodito un antico crocifisso ligneo, venerato soprattutto dai pescatori chioggiotti. Proprio quel crocifisso diede a Domenico l’ispirazione di scolpire un crocifisso simile; un crocifisso in casa sua con cui parlare e a cui rivolgersi con devozione e la spinta a scolpire gli venne proprio durante una di quelle visite alla chiesa di Chioggia: “Và! Scolpisci un Crocifisso che mi assomigli. Farai opera santa! Và, scolpisci! Io ti aiuterò!”.
Domenico sapeva usare solo il “seghetto” per il suo lavoro di “cannarolo” e la “roncolina” per i lavori di casa, ma non si perse d’animo: sapeva che il Crocifisso lo avrebbe aiutato, bastava trovare il legno adatto. Si fece vendere da un suo vicino un grande albero di noce che per ben due anni non aveva dato frutti e dovette lavorare al suo servizio per due mesi perché non aveva soldi per pagarlo.
Nel 1830 iniziò la sua scultura che completò nel 1834 a 40 anni: quella scultura che noi oggi possiamo ammirare nella Cappella dedicata al Crocifisso; un’opera grande per la fede che l’ha ispirata.
L’opera, una volta ultimata (metri 4,70 di altezza e 3 metri di apertura delle braccia, il peso è di circa 212 kg.), rimase nella cucina del Paneghetti per due anni.
Il Paneghetti, però, desiderava che il suo Crocifisso trovasse una collocazione dove molte più persone potessero vederlo e così, nell’ottobre del 1836, il maestoso Crocifisso, fu fatto uscire dal tetto della casa e caricato su un barcone per essere trasportato al Duomo di Cavarzere.
La grande croce fu collocata in uno stanzone che veniva anche usato come aula per il catechismo. Domenico Paneghetti morì due anni dopo, nel 1838.
Nel 1868, come narra l’arciprete di allora don Angelo Pomati, fu trovata una nuova collocazione per il Crocifisso. La sua devozione cresceva sempre di più e straordinari avvenimenti accaddero successivamente…
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